Un’area marginale solo in apparenza
Il Molise, pur non registrando una presenza radicata di organizzazioni mafiose autoctone, è oggetto di interesse crescente da parte di gruppi criminali esterni, in particolare provenienti dalla Campania e dalla Puglia. La regione funge da zona di passaggio, di riciclaggio e di investimento, favorita dalla sua posizione geografica e da un tessuto socio-economico frammentato.
Secondo la DIA, sono documentati tentativi di infiltrazione nel settore degli appalti pubblici, specialmente nei comuni più piccoli e meno strutturati amministrativamente. Le indagini hanno evidenziato la presenza di imprese riconducibili a soggetti vicini a clan campani e pugliesi, attive in settori come:
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edilizia,
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gestione rifiuti,
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ristorazione e agricoltura.
Il basso Molise (in particolare i territori tra Termoli, Larino e Campomarino) rappresenta un punto critico: è qui che i clan camorristici, in particolare dell’area casertana, hanno tentato infiltrazioni economiche silenziose, avvalendosi di testa di legno, società di comodo e prestanome.
Nel corso del 2024, la Prefettura di Campobasso ha emesso diverse interdittive antimafia, bloccando l’accesso di imprese sospette a fondi pubblici e gare d’appalto. In particolare, sono state segnalate:
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aziende con collegamenti con i clan dei Casalesi,
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società fittizie impiegate nel traffico illecito di rifiuti,
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attività legate al riciclaggio di capitali illeciti.
Queste interdittive rappresentano uno degli strumenti più efficaci di prevenzione amministrativa, anche se spesso non seguite da condanne penali.
Il Molise è attraversato da rotte secondarie del traffico di stupefacenti, gestite da gruppi campani e pugliesi, che sfruttano la debolezza dei controlli su alcune arterie viarie. In particolare, la SS 87 e l’asse Adriatico costituiscono snodi funzionali per il trasporto di cocaina, hashish e marijuana verso Abruzzo e Marche.
Sono stati segnalati anche casi di tratta di esseri umani e sfruttamento lavorativo, soprattutto nella filiera agricola, con il coinvolgimento di cittadini stranieri irregolari reclutati tramite caporalato.
La DIA ha intensificato la propria attività di monitoraggio sul territorio molisano, attraverso:
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collaborazione con le Prefetture di Campobasso e Isernia;
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coordinamento con la DDA di Campobasso e Napoli;
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controlli congiunti con Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri.
La prevenzione resta fondamentale, soprattutto nei settori vulnerabili come i fondi PNRR, l’edilizia pubblica e la gestione delle emergenze.
Il Molise, come conferma la DIA, non è esente da dinamiche mafiose, anche se meno appariscenti rispetto ad altre regioni. Le mafie moderne preferiscono mimetizzarsi, investire, corrompere piuttosto che sparare. E in contesti poco esposti mediaticamente, l’opacità può diventare il miglior alleato dell’illegalità.
Occorre quindi un’azione coordinata, costante e preventiva, che coinvolga non solo magistratura e forze dell’ordine, ma anche imprese sane, enti locali e cittadini consapevoli.
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